22 marzo 2006

1 – Scacchi e petofilia (22 marzo 2006)

1 – Scacchi e petofilia (22 marzo 2006)

Sì, certamente, avete letto bene: petofilia con la t.
Tale branca del sapere scacchistico venne scandagliata, anche se non a fondo, nei primi anni Settanta presso il Circolo Scacchistico Bolognese, che viveva all’epoca un periodo d’oro. Alle ricerche in tale campo pressoché ignoto della teoria delle aperture, del medio gioco e dei finali parteciparono alcuni soci – di infima categoria, lo ammetto - del CSB, e ritengo opportuno riportare a conoscenza dell’universo mondo i risultati di tale ricerca.
Confesso che sono stato stimolato a tale reminiscenza da un recente episodio avvenuto presso il Circolo Scacchistico “Paul Keres” di Bernate Ticino (MI). E dichiaro, inoltre, che a mio modesto avviso il peto deve essere a buon diritto classificato come una forma di body art e che come tutte le forme artistiche che portano una ventata di aria nuova – se mi si passa l’espressione – può suscitare ammirazione o repulsione ma mai indifferenza.
Il peto (che alcuni definiscono volgarmente “scorreggia”) riveste una fondamentale importanza nella vita quotidiana di ognuno di noi. Si faccia avanti colui che mai si sia abbandonato a tale liberatoria espressione corporea che vanta alcune immortali citazioni letterarie (Dante, Inferno: “… avea del cul fatto trombetta…” o anche Autori Ignoti, Ifigonia in Culide: “…e risuoni nella reggia / per lo meno una scorreggia…” o ancora Autori Ignoti, Il processo di Sculacciabuchi, per non citare altri casi indubbiamente meno noti). Si vocifera inoltre di un primo tentativo di indagine effettuato da autore ignoto (alcuni hanno tuttavia citato lo pseudonimo di Petofilus Magnus) nel XVI o XVII secolo che porterebbe l’eloquente titolo di De peto in ludo scachorum, ma ricerche bibliografiche abbastanza approfondite non hanno dato alcun risultato concreto.

Il primo fondamentale compito che si presentava ai ricercatori era quello di creare una classificazione olfattiva e sonora dei vari tipi di peto producibili da un normale apparato digerente, e ricordo che si giunse alla decisione di usare una scala sonora come base della ricerca, visto che non tutti i peti possono esprimere sensazioni olfattive di qualche rilievo.
Partendo dal basso – absit injuria verbis – abbiamo al primo posto la cosiddetta “silente” (che alcuni preferiscono definire “muta”). Trattasi di scorreggia che, pur priva di espressione sonora, può risultare micidiale in quanto carica di una emissione di vapori intestinali che, in alcuni casi, possono provocare l’immediato sgombero della sala di gioco. Si ha notizia di un tale peto verificatosi presso un circolo scacchistico neozelandese i cui soci dovettero sospendere un turno del locale campionato. Il giocatore che produsse tale emissione venne identificato e multato, oltre a dover pagare di tasca propria tre litri di essenza di bergamotto destinata a disinfestare il locale, ma non si giunse all’espulsione a vita auspicata da alcuni consoci di vedute assai ristrette.
Abbiamo poi la “sibilante” che, come è facilmente intuibile, è avvertibile unicamente dagli apparati uditivi più sensibili. Anch’essa può manifestarsi sul piano olfattivo, anche se con effetti meno terrificanti della precedente. Sia la “sibilante” che la “silente” possono avere conseguenze sul processo di concentrazione dell’avversario, primo a subirne le conseguenze, in quanto entrambe tendono a diffondersi sotto il tavolo di gioco risalendo dalla parte opposta e prendendo alla gola l’incolpevole giocatore: ne consigliamo perciò l’adozione – se possibile – nel corso di partite tattiche come la Grob o la variante Polugajevskij della Siciliana.
Salendo nella scala troviamo l’allegra “stracciatella”, non necessariamente gravida di risultati olfattivi, ma che non può non definirsi “un classico”. L’emissione sonora di tale peto è paragonabile al rumore prodotto da un tessuto – generalmente da fodera – che viene violentemente stracciato al fine di dividerlo in due o più parti. L’autore di tale peto è facilmente localizzabile da parte dei presenti, anche perché, dopo alcuni episodi, la tonalità diviene inconfondibile (un baritono difficilmente diverrà un tenore); il pressoché inevitabile risultato è costituito da un’esplosione di risa da parte dei presenti, i quali non dovranno tollerare conseguenze olfattive degne di nota. Ne soffrirà, tuttavia, la capacità di analisi dell’uditorio. La stracciatella è particolarmente temuta dai giocatori amanti delle posizioni complesse.

Si diversifica dalla precedente – che si caratterizza per una uniformità di emissione – la successiva “Schmeisser” (dal nome del fucile mitragliatore in uso presso la Wehrmacht negli anni delle guerre hitleriane), costituita da un rumore – appunto – di mitraglia, dovuto senza dubbio alla particolare conformazione anatomica dell’autore. Essa è tuttavia il primo esempio di “petus impellens” , della scorreggia, cioè, provocata da un’insostenibile pressione sviluppatasi all’interno dell’apparato digerente dell’autore e che si manifesta all’esterno ad un livello uditivo oscillante tra i venti ed i cinquanta decibel, ma sempre – ripetiamo, sempre – su frequenze corrispondenti alla fascia medio-alta del campo dinamico dell’orecchio umano (2000-4500 Hertz).
Si passa dal “ta-ta-ta-ta” al “tu-tu-tu-tu” con la “Maxim” (come si vede siamo sempre nel campo delle armi automatiche), che si differenzia dalla precedente unicamente per la tonalità: si scende dalle frequenze medio-alte a quelle medio-basse (250-2000 Hertz) e si rimane nella totale assenza di manifestazioni olfattive (tranne rari casi che risultano statisticamente irrilevanti). Si consiglia l’adozione sia di quest’ultima che della precedente nel corso di partite abbastanza monotone come l’ Ortodossa o la variante Cigorin della Spagnola ; il gruppo di ricerca ha infatti notato che il rumore tambureggiante dei peti testè citati può risvegliare i giocatori dall’inevitabile torpore provocato dagli impianti suddetti.
Avvicinandoci ai massimi livelli troviamo ora la non meno classica “bomba”: brevissima, ben caratterizzata dal punto di vista sonoro (decibel da 40 a 60/70) e con tonalità variabili, ma generalmente sui 500-1000 Hertz. Il lettore comprenderà che ci addentriamo sempre più nel settore dedicato al “petus impellens”, a proposito del quale alcuni ricercatori hanno avanzato le richiesta di rilevare (come?) il numero di atmosfere presenti nell’apparato digerente dell’autore. Tale ricerca venne all’epoca abbandonata per le evidenti difficoltà tecniche ad essa collegate ed anche per la mancanza di soggetti che si prestassero volontariamente alla rilevazione.
E giungiamo infine al vertice con l’ “imperiale”, una “bomba” di lunga durata e con identiche caratteristiche sonore. L’autore di un’ “imperiale” ne va giustamente orgoglioso, visto che tale tipo di scorreggia è decisamente insolito e che risulterebbe inutile il tentativo dell’autore di ostentare indifferenza; la fonte sonora è, in questo caso, rapidamente localizzabile, e non rimane quindi che menare vanto della produzione. Si segnalano casi di diffusa ilarità nella sala di gioco, pur senza gravi conseguenze sul livello tecnico delle partite in corso.
Non riteniamo utile, ai fini di successive e più approfondite ricerche, dilungarci sulle cosiddette “miste” , che, nel corso della loro breve esistenza, nascono in un modo e si esauriscono in un altro. Una scuola di pensiero ritiene di classificarle all’atto della nascita, mentre altri vorrebbero creare una sotto-classifica che, ammettiamolo, sarebbe di ben ardua compilazione.
Da segnalare il tentativo di un altro gruppo di ricerca consistente nella formulazione di una scala di valori molto più raffinata di quella testè esposta; se ci consentite il paragone, sarebbe come passare dalla scala Mercalli alla Richter. Le poche informazioni giunte in proposito (la ricerca viene svolta nella massima riservatezza) segnalano peti classificati musicalmente, tra i quali il “Paganini”, il “Satchmo”, il “Charlie Parker”, la “Cornamusa”, il “Basso tuba” e via scorreggiando.
Non v’è chi non veda che tale metodo di classificazione tenderebbe a valorizzare la frequenza a scapito dell’ intensità, ed alcuni vorrebbero infatti assumere il la naturale come base per le indagini. Attendiamo con interesse l’esito della ricerca suddetta.

Segnalo, infine, che nel corso del 5° turno del campionato sociale 2006 del “Paul Keres” di Bernate Ticino (MI), uno dei soci si è prodotto in una “imperiale” degna di nota e, come già detto all’inizio, ho deciso di pubblicare queste brevi note proprio in conseguenza di tale episodio. Comunque, tanto di cappello all’autore. Ad majora!

(p.b.)

2 commenti:

Paolo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Ivano ha detto...

Ciao Paolo! Felice di essere il primo a lasciare traccia sul tuo blog!
Ti ho prontamente linkato sul sito del CS Famiglia Legnanese www.scacchilegnano.it.
Un caro saluto!

Ivano

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