1 maggio 2013

107 - Gligoric e Fischer

Un'intervista del 26 marzo 2012 al recentemente scomparso Gligoric.

La mia amicizia con Bobby ebbe inizio quando egli aveva 15 anni, ed io ne avevo 35. Essa è durata circa 40 anni. Nel corso dei due decenni del suo auto-isolamento sono stato uno dei pochissimi che sono stati in contatto regolare con lui.
Nel 1992 Bobby giunse a Belgrado, parecchie settimane prima dell'inizio del suo secondo match con Spasski. Nell'imminenza del match chiese il mio aiuto nel fornirgli tutte le partite giocate durante i suoi 20 anni di assenza. Avevo un piccolo computer, e Bobby fu sgradevolmente sorpreso dall'enorme numero di partite con le varianti di apertura che egli aveva nel suo repertorio. E' per questo motivo che egli iniziò a pensare ad una riforma ad ogni costo delle regole del gioco, eliminando il faticoso compito di preparare le aperture prima di ogni partita. Per un anno o due tentò di convincermi a scrivere un libro sul Fischerandom, e lo feci. Il mio libro, "Giocheremo con Fischerandom?", venne pubblicato a Londra nel 2002, quando egli era ancora vivo.
Durante il soggiorno di Bobby nel mio Paese mi chiese di stare sempre in sua compagnia, ed andammo insieme a Sveti Stefan (un'incantevole isoletta trasformata in residence, e nella quale anch'io ho trascorso qualche tempo; P.B.). Aveva parecchio tempo a disposizionee, e poichè non aveva giocato per vent'anni probabilmente si sentiva insicuro sul fatto di essere ancora in forma. Mi chiese, quindi, un favore: giocare dieci partite segrete di allenamento, col suo nuovo orologio da scacchi (ora valido in tutto il mondo scacchistico) che sarebbe stato impiegato nel match con Spasski. Le partite vennero giocate a Sveti Stefan mentre attendevamo l'arrivo di Spasski. Bobby ed io avevamo due bungalow contigui, ed egli occupava il migliore, nel quale aveva soggiornato Sophia Loren nel corso di una recente visita. Da quanto posso ricordare vi giocammo dieci partite, una al giorno, e si era stabilito che non vi fossero spettatori. Bobby giocò al meglio, dopo vent'anni di assenza dalla scacchiera. Non fece particolari commenti sulla qualità del proprio gioco ma fu soddisfatto di diverse partite. Poi giocò qualche partita con Eugene Torre dopo il suo arrivo.
Sfortunatamente, non posso essere oggi di grande aiuto nel decifrare la scrittura di Bobby o a fornire dettagli sul testo delle partite. In quel periodo mia moglie era seriamente ammalata (morì nel 1994) ed io non prestavo molta attenzione alle faccende scacchistiche. Ricordo ben poco delle dieci partite che giocammo Bobby ed io, eccetto che io vinsi col Bianco nella partita finale. Credo che Bobby abbia vinto come minimo tre volte. Avevo usato i miei formulari, ed oggi non avremmo problemi, ma dopo il match li consegnai a Bobby senza che lui me li avesse chiesti, per dimostrargli che il materiale non sarebbe mai stato usato a fini di pubblicazione.

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