15 maggio 2013

119 - Non solo Harry .....

Chi non conosce Harry Potter? E chi, al contrario, conosce William Norwood Potter?
Nasce a Londra nel 1840, ed esercita la professione di impiegato presso uno studio legale. La sua passione per gli scacchi è continuamente soffocata dai suoi impegni lavorativi, e, in effetti, la sua carriera scacchistica è decisamente povera e si restringe ad una attività puramente londinese, ma ciò non significa che i risultati da lui ottenuti sulla scacchiera siano trascurabili.
Provo a riassumerli, sperando che il lettore non sia vinto dal tedio.
Nel 1871, schierato dal Westminster Club nella squadra che affronta il City of London, batte con facilità tale Belaiev, e quello stesso anno, in un torneo handicap del City of London, batte Shedlock (2-0) dandogli una Torre di vantaggio, poi batte Beardsell col medesimo risultato dandogli Pedone e due mosse, ripete, lasciando un Cavallo all'avversario, un nuovo 2 a 0 contro Godfrey, ed infine, ad armi pari, batte nientepopodimeno che Blackburne per 3 a 2. Sempre nel '71, nel corso del match tra Westminster e City of London, batte il quotato Medley.
L'anno seguente (ricordate, siamo nel 1872) viene battuto da Steinitz per 2 a 0 , e nel '74 batte Cooper nel match tra il City of London ed il Bermondsey Club (Potter concede all'avversario un Cavallo), mentre l'anno seguente decide di mirare più in alto, ed affronta il fortissimo Zukertor in match: il risultato finale di 8 a 6 in favore di Zukertort depone comunque a favore della forza di gioco di Potter, il quale, quello stesso anno, affronta due volte Fenton, un forte dilettante londinese: il primo match, nel quale Potter concede Pedone e mossa, è vinto per 3 1/2 a 1/2 , mentre il secondo, nel quale Potter concede Pedone e due mosse, vede ancora vincitore Potter per 3 1/2 a 1 1/2.
Viene considerato, a questo punto, uno dei più forti giocatori britannici, cosa che viene confermata dal suo 8 su 12 al torneo del Simpson's del 1876. Potter è divenuto un fervente seguace delle teorie di Steinitz, ed i suoi commenti di quegli anni sui Westminster Papers e sul City of London Chess Magazine sono permeati di un sottile humour britannico che non manca di impressionare i lettori ("C'è in questa mossa una notevole dose di acido prussico", "Ora la Speranza dichiara di avere un appuntamento da qualche altra parte"). Sempre nel '76 patta contro il reverendo Wayte (severo detrattore delle teorie steinitziane) nel corso del match a squadre tra il Saint George's ed il West End Club.
Dal '72 al '74 anima, con Steinitz, il match per corrispondenza tra Londra e Vienna, ed è proprio in quel periodo che si sviluppa la rivoluzione steinitziana e che Potter diviene acuto seguace di queste "nuove" teorie, che costituiranno una autentica rivoluzione.
Non perderà mai la sua propensione agli originali impianti di apertura, pur sempre ispirati alla solida teoria di Steinitz, suo mentore.
Nel '78 affronterà due volte il forte Heywood: dandogli un Cavallo vincerà 4 a 1, mentre dandogli Pedone e due mosse patterà. Nel '79 sarà la volta di un match contro il fortissimo ma imprevedibile Mason ("imprevedibile" a causa della sua propensione al nettare scozzese), ed il risultato finale sarà di parità assoluta (5 a 5 con 11 patte). Nel 1880 patterà con Heywood dandogli un Cavallo di vantaggio, perderà con onore da Zukertort per 2 a 4 con 8 patte, e nell' 81 batterà per 2 a 0 il reverendo Owen.
La sua ultima attività "ufficiale" risulta essere la patta con il reverendo Wayte nel corso del match tra il City of London ed il Saint George's.
Potter auspicò una maggiore diffusione del gioco tra le classi "popolari" e, come ho scritto nella mia "Storia degli Scacchi", voglio immaginarlo come sostenitore delle Trade Unions. Sul piano puramente scacchistico, sostenne la rivoluzione steinitziana, e lo stesso Steinitz gli riconobbe un ruolo fondamentale nel radicamento delle proprie idee nell'ambiente scacchistico londinese, in contrasto con i vari MacDonnell, Wayte e altri "nostalgici" degli attacchi alla baionetta.
Morirà nel 1895, dopo aver assistito alla sconfitta del suo maestro Steinitz ad opera dell'astro nascente Emanuel Lasker.

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