4 maggio 2013

Largo ai giovani!

Largo ai giovani!




Il 27 febbraio 1865 nasce a Lipsia, da genitori ebraici, Jakob Mieses.

Dopo un’infanzia ed un’adolescenza comuni a tanti ragazzi tedeschi di quegli anni, si iscrive all’Università di Lipsia per poi trasferirsi a Berlino per proseguire gli studi.

La sua prima apparizione nel panorama scacchistico europeo avviene nel 1882 quando, a soli 17 anni, vince il campionato berlinese. Gli scacchi divengono immediatamente la passione predominante della sua esistenza, e nel 1888 lo troviamo al secondo posto al torneo di Norimberga mentre l’anno seguente sarà terzo a Lipsia.

Esercita la professione di giornalista, scrive di tutto e di scacchi soprattutto, fino a quando si presenta al grande torneo di Hastings del 1895, con un risultato finale decisamente deludente: ventesimo su 22 concorrenti.

Il suo stile di gioco, votato costantemente all’attacco, a volte lo tradisce, ma gli procura anche notevoli soddisfazioni. Nel 1900, a Parigi, si piazza a metà classifica, ma la sua vittoria contro Janowski gli frutta il premio di bellezza.

L’anno seguente pubblica il suo “Il finale nel gioco dei Maestri” e, due anni dopo, nel torneo di Montecarlo (doppio girone) realizza il 50 % dei punti. Sono gli anni in cui analizza a fondo la Difesa Scandinava, ed in cui “collauda” alcuni schemi di apertura, uno dei quali immette un pizzico di “ipermodernismo” avanti lettera: 1. e4 e5 2. Cc3 seguita da 3. g3. Nella Scozzese inventa quella che ancora oggi è nota come “Variante Mieses”: 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. d4 e:d4 4. C:d4 Cf6 5. C:c6 , e non disdegna, a volte, di aprire con 1. d3 .

Il 1907 lo vede infine trionfare al “Primo Memorial Trebitsch” di Vienna (‘9 =2 -2) e giungere terzo al torneo di Ostenda (28 turni). Due anni dopo vince un mini-match contro Schlechter (+2 =1 -0) e nel 1911 è tra gli organizzatori del grande torneo di San Sebastian, la competizione che rivela al mondo scacchistico il genio di Capablanca.

Scoppia il primo conflitto mondiale, ma ciò non impedisce a Mieses di sfidare Siegbert Tarrasch (1915), ed il match si risolve con la netta vittoria di Mieses (+7 =4 -2).

Nel 1921 pubblica un corposo “supplemento” alla “bibbia dello scacchista”, lo Handbuch di Bilguer, e riporta una folgorante vittoria contro Euwe al torneo dell’Aja, poi, negli anni seguenti, compare a volte in tornei di una certa importanza, ma senza eccellere.

Ha passato la cinquantina, si aggira tra le scacchiere armato dei suoi pince-nez , è stimato da amici e colleghi scacchisti anche grazie ad un sottile umorismo che non lo abbandonerà mai, nemmeno nei momenti più bui, che stanno per arrivare.

Nel 1938 scrive “Posizioni istruttive nel gioco dei Maestri”, ma la sua origine ebraica lo costringe, l’anno seguente, a rifugiarsi in Gran Bretagna, dove giunge, come egli ricorda “con 15 marchi in tasca” e nient’altro, visto che le autorità naziste gli hanno confiscato tutto.

Ha 74 anni, chiede la cittadinanza inglese (che otterrà senza problemi), e muta il suo nome in “Jacques”. Frequenta, benvoluto da tutti, i circoli londinesi, ed alla fine della guerra mondiale si iscrive al Torneo di Capodanno di Hastings (il “Torneo della Vittoria”), lo stesso torneo al quale aveva partecipato cinquant’anni prima! A ottant’anni risulta decimo su dodici (Tartakower vincerà il torneo) e dimostra di non aver perduto il gusto della battaglia sulla scacchiera.

A ottantaquattro anni (!) viene invitato a tenere una serie di simultanee sul continente, dopo averne tenute ben 15 in Svezia. Come lui ricorda, “dalla fine di febbraio alla fine di marzo venni ingaggiato per compiere un tour scacchistico in Olanda, Belgio e Lussemburgo”. Si esibisce ad Amsterdam, L’Aja, Bruxelles, Anversa, Lovanio, Verviers e Charleroi, sempre contro un campo di 20 agguerriti avversari; in Lussemburgo tiene tre simultanee in tre giorni consecutivi, ognuna contro 25 avversari; di tutte queste esibizioni egli ricorda i risultati che furono “assolutamente soddisfacenti”.

Come ciliegina sulla torta, il 26 marzo 1949, all’Aja, viene giocata una partita di esibizione tra l’arzillo Mieses ed il non meno arzillo Dirk Van Foreest (uno dei più noti giocatori olandesi), che ha ben 86 anni (due anni più di Mieses): 170 anni in due!

Ecco quella partita, con le note dello stesso Mieses.

Dirk van Foreest – Jacques Mieses (L’Aja, 26 marzo 1949): 1. e4 c5 2. Cf3 Cc6 3. d4 c:d4 4. C:d4 e6 5. c4 (A mio avviso, non è il miglior modo di trattare questa variante) Cf6 6. Ag5 (Perde un Pedone. Si doveva prima giocare 6. C:c6) Da5+ 7. Ad2 De5 8. C:c6 D:e4+ 9. Ae2 b:c6 10. 00 (E’ ben noto dall’esperienza che la perdita di un Pedone in apertura a causa di un errore è spesso l’involontario equivalente di un promettente “gambetto”. Perciò in questo caso il Bianco, “sotto” di un Pedone, ha indubbiamente un compenso nel vantaggio di sviluppo) Ac5 11. Ac3 Df4 12. b4 Ae7 13. g3 (Questo è un grave errore posizionale che indebolisce il lato di Re) Dc7 14. Ad3 c5 15. b5 Ab7 16. De2 h5 (Traendo immediatamente vantaggio dalle evidenti possibilità di attacco) 17. Cd2 (Anche dopo 17. h4 la posizione del Bianco diverrà presto insostenibile) h4 18. Ce4 Ch5 19. Tad1 f5 , il Bianco abbandona.

“Quando il Bianco abbandonò ed annunciai il risultato provocai parecchia ilarità aggiungendo lo scherzoso commento: ‘Die Jugend hat gesiegt’ (‘La giovinezza ha vinto’)”.

Nel 1950 la FIDE istituì il titolo ufficiale di “Grande Maestro”, che venne assegnato a 27 giocatori: tra questi vi era Jacques Mieses che, a 85 anni, divenne il primo “inglese” a fregiarsi di tale titolo.

Morirà il 23 febbraio 1954, quattro giorni prima del suo ottantanovesimo compleanno.

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