14 gennaio 2011

Gli "stupidi titoli" negli scacchi

75 - Grandi Maestri & Co.

Qualche anno fa, Nigel Short sbottò con un:"Basta con questi stupidi titoli!". In effetti, da parecchi anni non è tanto il "titolo" a definire la reale forza di gioco bensì l'indice Elo dell'interessato; potete anche ssere Grande Maestro, ma se avete un Elo di duemilatrecentoerotti col vostro titolo non spaventate più di tanto.
Il titolo di "Maestro" non ha una storia ben definita, e risale all'Ottocento, periodo in cui nacquero diverse Federazioni nazionali o regionali, che si auto-autorizzarono a concedere il titolo di Maestro a giocatori che avessero ottenuto successi in tornei di un certo livello. Si ebbero, in quel periodo, tornei "riservati" a Maestri riconosciuti dalle ripettive Federazioni ed ai quali potevano partecipare anche - occasionalmente - alcuni "dilettanti".
Poco più di un secolo fa lo zar di Russia coniò l'espressione "Grande Maestro" in occasione di un torneo di livello mondiale a San Pietroburgo, ma la vera regolamentazione per l'assegnazione dei titoli avvenne nel secondo dopoguerra, quando, morto Alekhine, la FIDE prese in mano con autorevolezza l'organizzazione scacchistica mondiale. Vennero nominati una ventina di Grandi Maestri (GM) honoris causa, fu istituito il titolo di Maestro Internazionale (MI), quello di Maestro (M) e di Candidato Maestro (CM).
Si ebbero così le cosiddette "norme", e cioè la percentuale di punti da ottenersi in un determinato torneo, la cui "forza media" veniva determinata dalla presenza di GM, MI e M.
L'avvento del sistema Elo sottrasse ai "titoli" una parte dell'importanza che essi avevano avuto, e l'abbassamento delle "norme" incrementò il numero di GM; se all'epoca dei campioni mondiali Botvinnik, Petrosjan e Tal un'ottantina di GM veniva già considerata eccessiva, che cosa dovremmo dire del migliaio abbondante che oggigiorno calcano le scacchiere del globo?
E' stata proposta l'istituzione del titolo di "Super Grande Maestro", ma ormai è l'indice Elo a farla da padrone.
Parallelamente, e chiaramente a scopi di sponsorizzazione (quattrini), si sono istituiti "titoli" decisamente ridicoli. Vediamone qualcuno.
"Amici Onorevoli della FIDE" (Most Esteemed Friend of FIDE) risultano essere le birrerie nigeriane così come la Carlsberg delle Filippine, le linee aeree dell'Angola, delle Seychelles, del Mozambico e le British Airways dello Zambia, le Assicurazioni Statali dello Zambia, l'hotel Polana del Mozambico, una non meglio identificata United Concrete Products e la Compagnia petrolifera delle Seychelles.
Ciò risulterebbe di scarso rilievo se non fosse seguito dal titolo di "Cavalieri della FIDE" (Knights of FIDE) assegnato al presidente del consiglio di amministrazione della Walt Disney Company, tale Michael Eisner, e dal suo omologo della Daimler Chrysler AG tedesca, Jurgen Schrempp.
Vengono poi i "Grandi Cavalieri della FIDE" (Grand Knights of FIDE) nel cui elenco figurano l'ex presidente delle Filippine Corazon Aquino, il presidente nigeriano Ibrahim Badamasi Babangida, ed in memoriam Ernesto Che Guevara (che, pur essendo appassionato di scacchi, non si vede come abbia potuto meritare tale "onore").
Nel 1999 si ebbe poi un altro "titolo": Commender of the Legion of Grandmasters , del quale vennero insigniti il presidente del consiglio della Georgia, il campione mondiale dei pesi massimi Lewis ed il presidente della francese Disney Consumer Products. Non soddisfatta, la FIDE antepose un Grand al titolo appena nominato e rifilò tale riconoscimento al presidente francese Chirac, a papa Giovanni Paolo II ed all'ex presidente delle Filippine Fidel Ramos, personaggi che probabilmente non hanno mai toccato una scacchiera.
Sponsorizzazioni, va bene, ma.... insomma....

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